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Imprenditore ovvero Entrepreneur
La parola “impresa” - in inglese "Firm" o "Enterprise" - richiama alla mente il concetto di “Imprenditore” ovvero di "Entrepreneur" prima ancora che quello di "manager".
Secondo la International Encyclopedia of Social Sciences: “Il termine entrepreneur venne utilizzato nella lingua francese assai prima dell’avvento di un qualsiasi concetto di funzione imprenditoriale. Già all’inizio del Sedicesimo secolo gli uomini impegnati in importanti spedizioni militari venivano definiti entrepreneurs [nel senso di imprenditori, di persone che intraprendono].[…] Fu facile, partendo da questo utilizzo, ricorrere al termine anche per ciò che riguardava altri generi di avventure. Dopo circa il 1700, il termine entrepreneur venne sovente adoperato dai francesi per riferirsi ai costruttori di strade, ponti, porti e fortificazioni dello Stato e anche, alquanto più tardi, agli architetti.” (1) E ancora: : “L’uso francese del termine entrepreneur per definire un appaltatore per conto del governo trovava in undertaker la corrispondente espressione inglese.” (2)
Secondo il dizionario americano Webster's: "undertaker […] 1. Colui che intraprende un compito o un lavoro, specialmente un entrapreneur. 2. […] Colui la cui professione consiste nel predisporre il funerale o la cremazione dei defunti e nel dare assistenza in occasione di riti funebri: MORTICIAN [funzionario di pompe funebri].” (3) Il significato di questo termine, dunque, presenta connotazioni sgradevoli, comunque non esaltanti. Il dizionario propone anche una storia di questa parola: “L’argomento della morte ha sempre generato eufemismi; il termine undertaker ne è un esempio. Proveniente dal verbo to undertake, «farsi carico di, assumersi», in origine undertaker si riferiva a chiunque si assumesse un qualsiasi compito. Intorno al 1700, durante un periodo di generale raffinamento del linguaggio e dei comportamenti, il termine undertaker venne riferito in modo specifico a coloro che si assumevano il compito di predisporre i defunti per la sepoltura.” (4)
Origini
La parola "Entrepreneur" è comunque meno usata nel mondo anglosassone di quanto non si adoperi nel mondo neolatino. Forse anche per le sue origini misteriose legate a Richard Cantillon, un banchiere economista scrittore dalla vita molto avventurosa. Joseph A. Schumpeter nella sua History of economic analysis (5) così racconta: "In primo luogo, Cantillon ebbe una concezione chiara della funzione dell’imprenditore, benché solo nel caso del coltivatore egli la esamini in modo particolareggiato. Il coltivatore paga redditi contrattuali, che perciò sono “certi”, ai proprietari e ai lavoratori, e vende a prezzi che sono “incerti”. Lo stesso fanno i negozianti di stoffe e altri “mercanti”: tutti costoro si obbligano a compiere pagamenti certi in vista di entrate incerte e sono perciò essenzialmente i soggetti che dirigono la produzione e il commercio sopportandone i rischi; la concorrenza tende a ridurre le loro remunerazioni al valore normale dei loro servizi. Questa, evidentemente, è dottrina scolastica. Ma nessuno prima di Cantillon l’aveva formulata in modo così compiuto. E può esser merito suo se gli economisti francesi, a differenza di quelli inglesi, non hanno mai perso di vista la funzione dell’imprenditore e la sua importanza centrale (6)
"Entrepreneur" fu dunque usato per la prima volta da Richard Cantillon (verso il 1680-1734) nel suo Essai pubblicato postumo per la prima volta in Francia nel 1755 con il titolo: Essai sur la nature du commerce en général. Traduit de l'anglois. (7) Il testo originale sarebbe stato scritto in inglese ma il manoscritto andò perduto e sull'argomento permangono molti dubbi.
L‘impenditore secondo Cantillon
Così Cantillon introduce, nel cap. XIII del suo Essai, il concetto di "Entrepreneur": "Il fittavolo è un imprenditore che promette di pagare al proprietario, per il suo podere o la sua terra, una somma fissa di denaro[...] "senza che egli sia sicuro del vantaggio che potrà trarre da questa impresa.[...] Il fittavolo porta le derrate al mercato della città, o le vende al mercato del borgo più vicino, oppure vi sono di quelli che si mettono a fare gli imprenditori per questo trasporto. Costoro si impegnano a pagare al fittavolo un prezzo stabilito per le sue derrate, che è poi il prezzo del mercato di quel giorno, per ritrarne nella città un prezzo incerto, che deve servire tuttavia a pagare le spese di trasporto e lasciar loro un profitto per la loro impresa; ma le variazioni giornaliere nel prezzo delle derrate in città, per quanto non siano forti, rendono il loro profitto incerto.
Questi imprenditori non possono mai sapere la quantità del consumo nella loro città, e neppure per quanto tempo i loro clienti continueranno a comprare da loro, visto che i loro concorrenti cercheranno con tutti i mezzi di portar loro via i clienti. Tutto ciò è causa di tanta incertezza per tutti questi imprenditori, che ogni giorno se ne vede qualcuno far fallimento.[...] I negozianti e i dettaglianti di ogni genere sono imprenditori che comprano a un prezzo certo e che rivendono, nelle loro botteghe o sui mercati, a un prezzo incerto. [...] Tutti questi imprenditori divengono consumatori e clienti gli uni degli altri; [...] essi in uno Stato si sviluppano in proporzione dei loro clienti e del consumo.[...] ad eccezione del Principe e dei proprietari di terre tutti gli abitanti dello Stato sono dipendenti; [...] essi possono venir suddivisi in due classi, e cioé in imprenditori e in salariati; e [...]gli imprenditori è come se avessero un salario incerto, mentre tutti gli altri hanno un salario certo per tutto il tempo in cui ne usufruiscono, sebbene le loro funzioni e il loro rango siano assai differenti. [...] Tutti gli altri sono imprenditori, sia che si mettano a condurre la loro impresa disponendo di un fondo, sia che si facciano imprenditori del loro stesso lavoro senza alcun fondo, e si possono considerare viventi nell'incertezza; anche i mendicanti e i ladri sono imprenditori di questa classe. (8)
Commenti
“E' un trattato sistematico e razionale che affronta in modo conciso quasi tutto il campo dell'economia, ad eccezione della parte fiscale. Esso é pertanto, più di ogni altra opera a mia conoscenza, "il primo trattato sull'economia". (9) Così commenta William Stanley Jevons (1835-1882) che nel 1881 richiamò l'attenzione degli economisti sull'articolo intitolato: Richard Cantillon and the nationality of political economy pubblicato nella "Contemporary Review". In esso attribuì a Cantillon la giusta importanza che questo autore merita nel pensiero economico moderno: " ..Il primo trattato sistematico sulla scienza economica fu probabilmente scritto da un banchiere, spagnuolo di nome, nato in una famiglia irlandese della contea di Kerry, educato non si sa dove, dato agli affari in Parigi e certamente ammazzato in Albemarle Street in Londra. Il trattato fu scritto non si sa precisamente se in inglese od in francese; fu stampato in Parigi per la prima volta sotto la specie di una versione francese e sul frontespizio compare come editore un Fletcher Gyles avente bottega in Holborn dinnanzi al Gray's Inn. [...] Salvo il fatto di essere stato una volta citato per errore da Adam Smith, rimasto fino ai giorni nostri sconosciuto o del tutto misconosciuto in Inghilterra, mentre in Francia stato esplicitamente riconosciuto come la fonte delle idee conduttrici della grande scuola francese. Quella scuola francese che notoriamente ha costituito in notevole misura la base della "ricchezza delle nazioni" e può essere ancora destinata ad essere riconosciuta, riguardo a molte delle sue dottrine, la vera scuola scientifica dell'economia." (10)
Una vita avventurosa
Richard Cantillon era dunque d'origine irlandese e in quella terra nacque fra il 1680 e il 1685. Della sua vita misteriosa e avventurosa non si conosce molto, ma si sa che operò da imprenditore e anche da finanziere. Fu a Parigi fra il 1716 e il 1720 e riuscì a speculare sull'acquisto e la tempestiva vendita delle azioni emesse da Law, quando questi tentò di imporre in Francia il suo fallimentare sistema finanziario.
Morì a Londra nel 1734, ucciso da un suo domestico licenziato , tale Joseph Denier detto Le Blanc, con la complicità di altri cinque servitori che depredarono le sue fortune facendo, fra l'altro, perdere le tracce anche dei suoi manoscritti. L'Essai sur la nature du commerce en général fu scritta intorno al 1730 e pubblicato in prima edizione, senza l'indicazione del nome dell'autore, soltanto nel 1755 in francese circa vent'anni dopo la morte violenta di Cantillon, e vi fu subito dopo una seconda edizione l'anno dopo. Condizionò il pensiero fisiocratico e fu citatissimo da Mirabeau. Lo lesse anche Smith che richiamò il suo pensiero nella Ricchezza delle Nazioni.
Interdipendenza
Rileggendo questo testo suscita meraviglia in particolare la chiarezza con la quale l'autore seppe riconoscere le interdipendenze esistenti fra i vari settori e i diversi operatori economici. Poiché il saggio è comunque anteriore al 1734, egli fu certamente anticipatore del celebre Tableau économique di François Quesnay (1694-1774) le cui tre principali edizioni furono approntate tra il 1758 e il 1759. In tal senso rappresenta anche la radice storica del pensiero economico di Wassily Leontief.
Secondo Cantillon, la caratteristica peculiare dell'imprenditore non era il possesso dei capitali, che potevano essere suoi o presi a prestito, ma l'assunzione del rischio dell'acquisto dei fattori produttivi a prezzo di mercato, del costo della loro combinazione e della vendita a prezzo incerto.
La definizione che Cantillon dà degli imprenditori gli consente di includere nella categoria anche le classi dei "mendicanti" e dei "ladri". Il che può apparire un'interpretazione ampia e azzardata del termine e comunque abbastanza curiosa.
Imprenditore ovvero Entrepreneur
Note
1) Thomas C. Cochran, voce Entrepreneurship, in David L; Sills (editor), International Encyclopedia of the Social Sciences, The Macmillan Co, New York & London, 1972, p.87.
2) Ibidem, p.88.
3) Voce undertaker, in Webster's II. New Riverside University Dictionary, Houghton Mifflin Company, Boston, 1984, p.1258.
4) Ibidem.
5)Joseph A. Schumpeter, History of economic analysis. Edited from manuscript by Elizabeth Boody Schumpeter and with an Introduction by Mary Perlman, Routledge, London, 1994
6)Joseph A. Schumpeter, Storia dell’analisi economica, edizione ridotta a cura di C. Napoleoni, Boringhieri, Torino 1968, pp.72-73
7)Richard Cantillon, Essai sur la nature du commerce en général. Traduit de l'anglois, Chez Fletcher Gyles, A Londres, 1756.
8)Richard Cantillon, Saggio sulla natura del commercio in generale, a cura di S. Cotta e A. Gioletti, Giulio Einaudi, Torino 1955, Cap. XIII;
9) William Stanley Jevons, Richard Cantillon and the nationality of political economy, in "Contemporary Review", January 1881, pp. 341-342. Pubblicato in allegato a Richard Cantillon, cit., McMillan, Londra 1931.
10) Ibidem, p.360.
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