|
Alla ricerca dello spirito imprenditoriale
La Delega tecnologica
L'imprenditore nella complessità e nei mutamenti degli scenari di new economy
Strategia: antichi insegnamenti per l'imprenditore
Elogio della fortuna imprenditoriale
Dominare la nuova corte barocca imprenditoriale
Parchi tecnologici
Strategia ovvero la struttura in azione
Imprenditore ovvero Entrepreneur
Infomatica:una nuova frontiera
Dominare la nuova corte barocca imprenditoriale
Viviamo in un mondo oramai dominato dalle alte tecnologie. La rivoluzione informatica ha imposto le sue macchine nella vita quotidiana, in particolare negli ambienti imprenditoriali. Le imprese si manifestano allora come una rete di strutture tecnologiche dove, tuttavia, gli individui assumono ancora e in maniera inequivocabile il ruolo di attori principali nei processi di gestione. Emerge anche un senso di diffusa complessità che aziendalmente si manifesta nella necessità di dover coordinare l'insieme dei collaboratori motivando i singoli comportamenti perché possano realizzare azioni imprenditoriali attraverso un effetto corale unitario.
L'imprenditore si trova quindi a dover organizzare le persone che gli gravitano intorno, e la funzione di coordinamento organizzativo degli esseri umani assume, con l'avvento della ICT (Information & Comunication Technology), una vera e propria dimensione di governance.
Colui che guida l’impresa dovrà, dunque, imparare a ordinare e organizzare le proprie risorse quasi come se fossero costellazioni luminose, organizzandole per dar loro un significato che sappia esprimere lo spirito dell'impresa.
Corte barocca d'impresa
Tuttavia, spesso l'ambiente interno imprenditoriale si caratterizza in maniera confusa e complessa, proprio come accadeva nelle antiche corti barocche dove regnava l'intrigo e il pettegolezzo e ciascun individuo lottava per la propria sopravvivenza, per il successo personale, senza tener conto degli obiettivi comuni e senza pertanto preoccuparsi del bene della comunità. È questa una tendenza deleteria, che bisogna contrastare e vincere perché il successo imprenditoriale si raggiungerà soltanto se i collaboratori saranno stati motivati e, tutti insieme, concorreranno a perseguirlo. E ciò è tanto più vero quanto maggiori sono le turbolenze che si dovranno affrontare nello scenario esterno di new economy.
Può allora tornare utile anche in campo manageriale compiere una rimeditazione sul Seicento, che espresse l'epoca del barocco. In particolare mi fa piacere ricordare uno straordinario personaggio di quel secolo, Baltasar Gracián (1601-1658), che fu filosofo, fecondo scrittore e soprattutto acutissimo osservatore della corte barocca. (1)
Arte di prudenza
Gracián scrisse diversi libri, fra i quali uno mi pare di straordinaria attualità. Il suo titolo è Oráculo Manual y Arte de Prudencia e fu pubblicato per la prima volta in Spagna nel 1647.
Il libro, piccolo e perciò "manuale" in quanto maneggevole, contiene trecento "oracoli" o massime che suggeriscono il miglior comportamento dell'individuo nelle corti di quell’intrigato periodo, dove occorreva esercitare costantemente "l'arte di prudenza". In francese fu tradotto con il titolo significativo di L'Homme de Cour, cioè l'uomo di corte, appunto della corte barocca. Sono riuniti nel volumetto suggerimenti molto suggestivi, spesso assai cinici e comunque sempre molto intelligenti. Per esempio: "(31) Conoscere i fortunati per farseli amici, e gli sfortunati per fuggirli. (181) Pur senza mentire, non dire tutta la verità. (187) Tutto quel che ci può ritornare a vantaggio, facciamolo noi; ciò che può attirare odio, facciamolo per mano di altri". (2) E ancora "(204) Le cose facili si debbono affrontare come se fossero difficili, e quelle difficili come se fossero facili. (214) Da una sciocchezza non farne nascere due. (261) Commettendo una sciocchezza, non insistervi". (3) Singolari e attualissime sono poi le massime che riguardano comportamento, fortuna, informazione. In particolare quando Gracián afferma: "(26) Trovare per ognuno il punto debole, (21) L’arte di essere fortunato, (80) Attenzione ad essere bene informati". (4) Ancora tre sue massime mi paiono interessanti, essendo riproponibili nel mondo del moderno management. Laddove esprime la considerazione che "(1) Tutto ormai è giunto a piena maturità, e occorre abilità somma per poter essere veramente uomini" e quando suggerisce che bisogna " (151) pensare prima di fare" e poi "(242) Andare diritti allo scopo". (5)
Nei nostri giorni l'intelligenza di Baltasar Gracián -- cinica, ma per molti aspetti obiettiva nel rilevare i problemi di quella organizzazione sociale -- è stato molto criticata. Anche Jorge Luis Borges, il grande poeta argentino, apre negativamente una sua poesia dedicata allo scrittore spagnolo affermando: "Labirinti, allitterazioni, emblemi,/Gelido nulla laborioso fu/Per questo gesuita la poesia,/Da lui ridotta a mero stratagemma". (6)
Lezione barocca
Io credo invece che oggi si possa trarre un’importante lezione dalla rimeditazione degli scritti di Baltasar Gracián. Egli, infatti, scrive di un uomo di corte caratterizzato dal suo egoismo, tutto proteso al conseguimento dei suoi obiettivi personali spesso contrastanti con gli obiettivi comuni, e per questo certamente da criticare. Ma quest'uomo, nel manifestare la propria volontà d'azione, esprime anche una propria umanità creativa, una attitudine al pensiero autonomo, una propensione a valutare con capacità di sintesi le situazioni, e tutte queste sono doti che devono essere oggi riscoperte e potenziate proprio nel mondo dell'impresa. Un mondo che va trasformandosi sempre più in un ambiente fortemente tecnologico, caratterizzato dalla new technology informatica, dai computer, da macchine oramai indispensabili per portare avanti l'azione imprenditoriale. I computer tendono a diventare sempre più i protagonisti predominanti degli scenari di impresa e sono capaci di appiattire nell'individuo ogni autonomia di pensiero, e quindi anche le sue capacita di sintesi e di analisi critica. Le conseguenze di ciò, sulla valutazione dei risultati operativi, possono essere davvero gravi. In realtà, il computer cessa di svolgere un ruolo di protesi amplificatrice delle facoltà umane così come accadeva per la tecnologia classica. Oggi l'individuo instaura con le macchine informatiche un vero e proprio rapporto di delega -- una delega tecnologica -- con la quale attribuisce il lavoro alla macchina che tale lavoro compirà in piena autonomia.(7)
La strana coppia individuo - computer
Così, nell'ambito delle imprese vediamo operare queste "strane coppie" formate da individui e da macchine, con una forte tendenza della tecnologia ad asservire a se stessa gli operatori. Ecco allora che bisogna risvegliare l'individuo di impresa perché riacquisti il suo dominio sulla macchina grazie a quelle doti di umanità e di intelligenza che Baltasar Gracián aveva così ben messo in evidenza. Si riproporrà allora una "nuova corte barocca tecnologica", rivolta però alle finalità e agli obiettivi che l'essere umano saprà e vorrà imporre alla sua azione, e ai computer che ne sono oramai parte integrante e indispensabile.
Scenario turbolento
L'imprenditore, così, sarà pronto ad affrontare lo scenario esterno turbolento, anch’esso spesso ricco di intrighi e di trabocchetti, in particolare quando dovrà lavorare con le pubbliche amministrazioni sempre caratterizzate da lentezze istituzionali e da perfidi intralci per ottenere le proprie ragioni. L'imprenditore, reso oramai astuto e saggio dall'insegnamento barocco, potrà poi avvalersi della ragione illuministica per portare al successo la propria avventura imprenditoriale caratterizzandola sempre con il gusto della scoperta e dell'innovazione continua. E il ricordo torna a Schumpeter, quando identificava l'imprenditore come colui che, attraverso l'impresa, introduce innovazione nel sistema economico. Innovazione intesa come combinazione nuova di fattori produttivi, e quindi sia come realizzazione di nuovi prodotti, in grado anche di aprire eventualmente nuovi mercati, sia come modificazione innovativa dei processi di produzione e della conseguente loro organizzazione per adeguare le strutture di impresa alle condizioni imposte dagli scenari di new economy.
NOTE
1. Gianfranco Dioguardi, Viaggio nella mente barocca. Baltasar Gracián ovvero le astuzie dell’astuzia. Introduzione di Giovanni Santambrogio, Sellerio, Palermo, 1986.
2. Baltasar Gracián, Oracolo manuale e arte di prudenza. Traduzione e note di Antonio Gasparetti, Guanda, Parma, 1986. Edizione spagnola Baltasar Gracián, El arte de la prudencia. Oráculo manual. Edicion de Jose Ignacio Diez Fernandez, Ediciones Temas de Hoy, Madrid, 1993, pagg.171-174.
3. Ibidem, pagg.174-175.
4. Ibidem, pagg.171-172.
5. Ibidem, pagg.173-175.
6. Jorge Luis Borges, Baltasar Gracián, in Tutte le opere. A cura di Domenico Porzio. Volume secondo, cit., pag.57.
7. Gianfranco Dioguardi, L’impresa nell’era del computer. Edizione italiana ampliata di An Organizational Model for Building Construction Firms in the Computer Age. Presentazione di Alfred D. Chandler, Jr.. Prefazione di Federico Butera, Edizioni del Sole 24 Ore, Milano, 1986.
|